Diversity, Equality & Inclusion: valorizzare differenze e persone

(a cura di Manuela Cigliutti, DE&I Lead Italy)

Attraverso la sua Diversity & Inclusion Policy, GFT si impegna a garantire pari opportunità a tutti i livelli di impiego e ad eliminare proattivamente ogni forma di discriminazione all’interno dell’azienda e supportando le comunità locali.

Nel mondo aziendale di oggi è importante favorire un ambiente di lavoro diversificato e inclusivo, che garantisca le stesse opportunità di sviluppo professionale a tutti, indipendentemente da età, sesso, etnia, abilità, orientamento sessuale. Alla base c’è l’idea che diversità e inclusione possano portare all’innovazione e far progredire le aziende nel loro insieme.

Con l’obiettivo di garantire un ambiente di lavoro rigorosamente non discriminatorio per tutte le comunità, GFT ha scelto di sottoscrivere la Carta per le Pari Opportunità e l’Uguaglianza sul Lavoro – Italian Diversity Charter, predisposta dalla Fondazione Sodalitas.

L’Italian Diversity Charter

Dal 2010 Fondazione Sodalitas, insieme alle imprese aderenti alla Carta, costituisce la delegazione italiana all’interno della Piattaforma Europea delle Diversity Charters, promossa dalla Commissione Europea. 

L’Italian Diversity Charter, lanciata in Italia nel 2009 sulla scia del successo delle iniziative francese e tedesca, è una dichiarazione di intenti, sottoscritta volontariamente da imprese di tutte le dimensioni, per la diffusione di una cultura aziendale e di politiche delle risorse umane inclusive, libere da discriminazioni e pregiudizi, capaci di valorizzare i talenti in tutta la loro diversità.

L’impegno di GFT nella Diversity & Inclusion

Siamo un’azienda con valori molto solidi, integrati nel nostro lavoro quotidiano. Per lavorare su Diversity, Equality & Inclusion, è essenziale tenere ben presenti alcuni concetti fondamentali: Attenzione, Impegno, Collaborazione, Coraggio, Creazione. Questi valori devono essere basati sul rispetto e sulla tolleranza nei confronti di tutte le persone che compongono il nostro Gruppo.

Ci poniamo l’obiettivo di generare impatto da una prospettiva interna ed esterna: ponendo particolare enfasi sui dipendenti, ma cercando anche di avere un impatto sui clienti, sui fornitori e sulla società nel suo complesso; di rafforzare il brand GFT e offrire un luogo di lavoro più attraente per i nostri team attuali e per i potenziali nuovi talenti e di generare un impatto sociale attraverso la creazione di reti di donne e programmi di mentoring, con particolare attenzione alla promozione del talento femminile nelle carriere STEM.

L’intento di GFT è anche quello di attirare i giovani verso il mondo della tecnologia attraverso programmi di volontariato e di dare la possibilità a talenti diversi di unirsi al viaggio verso la digitalizzazione, seguendo l’obiettivo di CSR – “Far crescere i talenti tecnologici in tutto il mondo”.

É molto importante sensibilizzare l’opinione pubblica su queste tematiche. Per questo stiamo creando uno spazio sul nostro portale interno che includerà le prossime sessioni, gli eventi, i corsi di formazione Diversity, Equality and Inclusion utili a identificare ed eliminare i pregiudizi inconsci o ad avere comportamenti o leadership più inclusivi. 

Una storia da raccontare

In occasione dell’European Diversity Month 2023 – la quarta edizione dell’evento che celebra il Mese Europeo dedicato alla diversità e il cui evento inaugurale si è tenuto il 28 aprile – vogliamo presentarvi Francesco OstellariJr Frontend Web Developer per GFT Italia 

Francesco, di cosa ti occupi in GFT?     

Sono un frontend developer e mi occupo principalmente di sviluppo di webapp nell’ambito dei progetti europei. Faccio parte di alcune Community tecniche interne a GFT in cui svolgiamo attività di ricerca e sviluppo di soluzioni innovative a favore della crescita nostra e dei progetti per i nostri clienti.

Hai una disabilità fisica. Ti andrebbe di raccontarci di cosa si tratta?  

Dalla nascita mi è stata diagnosticata una miopatia congenita. Si tratta di una malattia che comporta una grande debolezza muscolare che mi costringe su una carrozzina e mi impedisce di svolgere in autonomia molte azioni quotidiane, come il farsi una doccia o mangiare. A causa della patologia, a 2 mesi dalla nascita, ho subito una tracheostomia per poter respirare più agevolmente. A 3 anni invece, mi hanno operato per effettuare la P.E.G. (Gastrostomia Endoscopica Percutanea) che consente di alimentarmi direttamente dallo stomaco. Ciò nonostante, ho sempre cercato di vivere una vita il più “normale” possibile. Negli anni ho imparato a gestirmi da solo in casa per essere il più possibile autonomo dai miei genitori. La tecnologia in questo mi ha dato un grande supporto: tramite smartphone riesco a gestire da remoto le luci, le porte e le finestre di casa. Sono in grado di guidare autonomamente, grazie ad una serie di adattamenti sull’auto.

Quali sono le tue passioni al di fuori dalla vita lavorativa?

Pratico un’attività sportiva a livello agonistico: il powerchair hockey, ossia l’hockey in carrozzina elettronica. Come avrete capito dal nome, questo è uno sport paralimpico che si differenzia da tutte le altre discipline per essere uno dei pochissimi sport che persone con malattie neuromuscolari (quindi con poca forza muscolare residua) possono fare grazie all’utilizzo di una carrozzina elettronica. Gioco nel team della “Coco Loco Padova”. Nonostante non siamo professionisti, l’impegno che ci viene richiesto è paragonabile al professionismo in quanto abbiamo trasferte in tutta Italia (da Bolzano a Palermo per intenderci) e come tutti gli sport che si rispettino abbiamo una Nazionale Italiana che partecipa ai Campionati del Mondo ed Europei ogni 4 anni.

Quali sono state le difficoltà che hai incontrato nella vita?          

L’hockey per me è stato ed è tuttora una palestra di vita. Questo sport mi ha permesso, per la prima volta, a quattordici anni, di mettermi in competizione alla pari con altri ragazzi che avevano delle difficoltà motorie simili alle mie. Nel mio percorso, soprattutto nella scuola, è sempre stato complicato spiegare agli insegnanti che, ad esempio, io avevo la necessità di utilizzare un pc per scrivere perché a mano mi stancavo facilmente e non ero rapido. Per loro il computer non veniva visto come uno strumento che mi permetteva di seguire le lezioni al pari degli altri, ma paradossalmente come un vantaggio che io avevo rispetto agli altri. Ho un carattere forte e non mi sono mai pianto addosso o non ho mai pensato di essere “sfortunato”. Queste situazioni, mi hanno però portato ad una continua ed estenuante “lotta” contro una società che non era pronta ad accogliere un bambino, oggi ragazzo, con una disabilità motoria. La scoperta dell’hockey, finalmente, mi aveva aperto ad un mondo in cui venivo messo nelle stesse condizioni dei miei compagni, poter competere alla pari e vedere chi fosse il migliore sulle reali capacità di ognuno e non perché fossi svantaggiato in partenza per colpa di una realtà scolastica non sempre all’altezza della situazione. Lo sport mi ha dato maggiore libertà e ha contribuito ad innalzare la mia autostima. Mi ha inoltre insegnato tanto a livello umano: l’aiuto reciproco, il saper soffrire, il saper gioire, l’adrenalina che scorre nelle vene durante una partita .mi fanno sentire vivo come non mai, il saper ripartire e tutta una serie di ingredienti che sono fondamentali sia nel campo da gioco che nella vita.
L’hockey ha indubbiamente migliorato la qualità della mia vita, se non avessi iniziato a praticarlo ormai 7 anni fa, probabilmente ad oggi non avrei avuto il coraggio di compiere tante delle scelte.

Hai avuto difficoltà in GFT o al contrario ti sei sentito aiutato nel tuo lavoro, offrendoti l’occasione di alimentare anche la tua passione?

Non ho avuto nessuna difficoltà nel lavoro; la mia patologia al momento non compromette in maniera così impattante l’utilizzo di strumentazioni di lavoro che sono perfettamente compatibili con la mia situazione fisica. In GFT ho firmato il mio primo contratto di lavoro; è stato per diversi motivi un importante traguardo personale perché che mi ha assicurato un’indipendenza economica e mi ha dato la possibilità di sostenere i costi ingenti per l’acquisto della carrozzina e di dedicarmi alla mia passione sportiva e migliorare così le mie performance.

Che cosa ha significato per te lo Smart Working e la flessibilità lavorativa applicata in GFT? Ti ha aiutato a sostenere i ritmi dei tuoi allenamenti e dedicare anche del tempo alla fisioterapia?           

Per me sono stati una svolta e mi hanno migliorato la vita: ho molto più tempo a disposizione e riesco a gestire meglio gli orari e a conciliare il lavoro con la fisioterapia e gli allenamenti.

Ritrovi in GFT lo stesso spirito di collaborazione che caratterizza il gioco di squadra nello sport?

 Gran parte delle attività, lavorative e formative, sono organizzate in team anche a distanza: la collaborazione è dunque un ingrediente fondamentale nella nostra azienda. Ho trovato sempre una grande disponibilità da parte dei colleghi nel fornirmi informazioni e supporto in caso di necessità.

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